LA PIANTA MIRACOLOSA
ALOE VERA
LA PIANTA DEL MIRACOLO
Dai Sumeri agli Egiziani, dai Cinesi agli Indiani, dai Greci ai Romani, da migliaia di anni non c’è popolo che non abbia celebrato le virtù salutari, medicamentose, curative e terapeutiche dell’Aloe. L’incendio dell’antica Babilonia, l’attuale Bagdad, ha cancellato la città ma non i manoscritti dell’epoca perché realizzati su tavolette di argilla che, ben cotte, si sono potute conservare integre fino a noi. La scrittura cuneiforme su queste terrecotte è stata decifrata e tra i tanti documenti, che ci rivelano la civiltà dell’epoca, ce ne sono alcuni con dettagliate ricette di Aloe per numerosi disturbi e patologie interne ed esterne. Anche il Papiro egizio Ebers risalente al 1550 avanti Cristo descrive l’utilizzo dell’Aloe per uso medico e cosmetico. E’ noto, infatti, che le regine d’Egitto Nefertiti e Cleopatra mantenevano la pelle del viso e del corpo fresca e giovane con l’Aloe. Gli Ebrei, fuggiti dall’Egitto, portarono con sé in Palestina i segreti dell’uso dell’Aloe tanto che il re Salomone ne diventò un grande estimatore delle sue proprietà aromatiche e terapeutiche. E’ citata in più punti persino nella Bibbia. I Templari si tenevano in buona salute bevendo l’ ”Elisir di Gerusalemme”, una miscela di vino di palma, polpa di Aloe e di canapa, convinti che garantisse anche una straordinaria longevità. Si narra che Alessandro Magno conquistò l’isola di Socotra perché ricca di queste piante che portava in vasi su carri nelle sue spedizioni militari per curare le ferite dei soldati. La pianta si diffuse anche in estremo oriente, in India, in Tibet, in Malesia ed in Cina dove i dottori cinesi la chiamarono “Rimedio Armonioso”, in India gli Indù “Guaritrice silenziosa”, in Russia “Elisir di Longevità”, gli indiani d’America Seminole “Fontana della Giovinezza” invano cercata dall’esploratore Ponce de Leon. Ancora oggi i Beduini ed i Tuareg del deserto chiamano questa pianta “Giglio del Deserto”. Bisogna però arrivare all’”Erbario Greco” di Dioscoride (41-68 d.C.) per trovare un vero trattato erboristico che sicuramente riprende ciò che fino ad allora si tramandava a voce di generazione in generazione. Dioscoride, al seguito dell’esercito romano, ci fa scoprire che l’Aloe non solo veniva utilizzata come cicatrizzante per le ferite, le scottature, le emorragie, le contusioni, ma anche per l’acne ed i foruncoli, le emorroidi, per le irritazioni del prepuzio e per ammorbidire la pelle secca, per alleviare il prurito e per le ulcere ai genitali, per irritazioni delle tonsille, della gola e delle gengive. Più o meno contemporaneo di Dioscoride troviamo anche Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) che riprende ed amplia quanto affermava il famoso medico greco. Scopriamo così che l’Aloe veniva utilizzata per molti disturbi e persino per ridurre la traspirazione, forse il primo deodorante della storia. Veniva miscelata con olii vari ed altre sostanze perché non si credeva cha da sola potesse essere così potente. Nel medioevo e nel rinascimento la ritroviamo negli scritti dei Monaci, che gli aggiunsero il suffisso Vera, Aloe Vera, per distinguerla dalle numerose specie, e poi dei Gesuiti e dei Benedettini che portarono l’Aloe, insieme ad altre piante officinali, nel nuovo mondo al seguito degli spagnoli e dei portoghesi. Proprio alle Barbados la pianta trovò un terreno ed un clima ideali a tal punto che il botanico Miller la volle chiamare Aloe Vera Barbadensis Miller. Quest’ultima rimane ancor oggi la più utilizzata nel mondo perché è quella che ha le maggiori proprietà riconosciute. Ancora citata da Marco Polo nel suo lungo viaggio in Cina e da Cristoforo Colombo che ci racconta del suo utilizzo nelle isole caraibiche per le vesciche e le punture d’insetti. Venendo a tempi più recenti l’Aloe è citata anche dal Mahatma Gandhi nei suoi digiuni, e diventa oggetto di studi scientifici che, analizzando le sostanze che la compongono, vanno a confermare scientificamente le sue straordinarie proprietà. Grazie agli studi di numerosi scienziati del secolo scorso, che sarebbe lungo elencare col rischio di dimenticarne qualcuno, possiamo però esaminare le loro pubblicazioni scientifiche. Queste pubblicazioni ci confermano che certamente è il vegetale più ricco di sostanze benefiche per l’organismo, ben 160 catalogate, che, anche se talvolta presenti in tracce, lavorano comunque in una straordinaria sinergia naturale. Ricca di minerali, vitamine, enzimi, aminoacidi e mono-polisaccaridi. Queste sostanze, analizzate singolarmente e sinergicamente, ci inducono ad affermare, per bocca di questi scienziati, che l’Aloe è uno dei più potenti agenti disintossicanti, uno dei più efficaci stimolanti del sistema immunitario, un forte agente antinfiammatorio, un analgesico, antibiotico, antisettico, antibatterico, anestetico, purgativo, uno stimolante della crescita, un acceleratore di recupero dei tessuti, un germicida, fungicida, tranquillante, una ricca fonte di sostanze nutrienti ed un valido aiuto per la digestione. Venendo a tempi recentissimi possiamo ricordare quanto ha detto il Prof. Garattini, dell’Istituto Negri di Milano. in una trasmissione televisiva che l’Aloe, in tutto il tratto intestinale fa miracoli. Infine, è bene sapere che anche semplicemente come pianta ornamentale in casa assorbe anidride carbonica e libera ossigeno.